Psicologa COPPIA Sesto San Giovanni (Milano)

Posta del Benessere: servizio gratuito di consulenza via e-mail (2009-2015); pubblicazione in forma anonima.

PSICOTERAPIA DI COPPIA

COPPIA: CONTINUARE DOPO UN TRADIMENTO

Gentile dott.ssa,
sono sposata da otto anni con due figli un maschietto di sette anni e una bambina di quattro anni e sto con il mio attuale marito tra fidanzata e sposata da diciotto anni. Da quasi un anno ho scoperto che da un anno mi tradiva con una ragazza più giovane di quindici anni, fidanzata, e che tramite lui è diventata amica e frequentava insieme al fidanzato la mia casa abbindolando e giocando con i miei figli. Io, per paura perchè sono sola, per i miei figli, non so neanche io il perchè, non l’ho buttato fuori, l’ho perdonato ma non riesco a dimenticare. Soffro ancora adesso come quando l’ho scoperto, ho continui sbalzi d’umore e tachicardia e tutto ciò si ripercuote su tutta la famiglia. A volte mi chiedo come mai dai miei occhi scendono ancora lacrime e non si sono prosciugati per quanto hanno pianto nel corso della mia vita, specialmente nell’ultimo periodo non riesco a dimenticare tutto quello che lei mi haraccontato scendendo nei particolari. Lui sembra seriamente pentito e molto affettuoso ma per me è difficilissimo, anche lui l’altro giorno mi ha detto per quanto dobbiamo continuare così perchè se fingo si capisce che ci sto male e che la causa del mio nervosismo è sempre questa. Io gli ho risposto che non lo so nemmeno io, darei qualunque cosa per non pensarci e non soffrire più, tranquillizzarmi e non piangere più neanche di nascosto.

Carissima,
scoprire un tradimento, anche se seguito da perdono e pentimento, porta con sè vissuti emozionali a cui è necessario dar voce. Fingendo e nascondendo il dolore e le altre emozioni provate, esse rimangono dentro e non permettono di riprendere serenamente il rapporto: è come una ferita aperta che ha bisogno di cure per chiudersi. Potrebbe provare a parlare con suo marito del suo malessere ed eventualmente valutare la possibilità di una terapia di coppia che vi aiuti a superare insieme questo difficile momento. Cari auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

 

COPPIA SBILANCIATA: QUANDO STARE INSIEME SIGNIFICA STARE MALE

Gentile dott.ssa,
recentemente ho scoperto il tradimento del mio partner; stavamo insieme da un anno, vissuto molto intensamente a causa di frequenti litigi; lui una persona con molti problemi, io una persona che necessita di sentirsi utile e importante per qualcuno. Per quanto mi sentissi “in gabbia” per il suo trasferimento a casa mia e per quanto stessi male a causa del suo brutto carattere e dei continui litigi, non l’ho mai lasciato, fino a quando ho scoperto del tradimento; perchè ciò che mi faceva andare avanti era credere che davvero lui mi amava così tanto come diceva, che per lui ero l’unica, la donna della sua vita. Ora che l’ho lasciato però, anche se sono molto arrabbiata con lui e penso che rifidarmi di lui sia e sarà impossibile, non riesco comunque a lasciarlo andare, non riesco a non rispondere ai suoi messaggi o chiamate, anche se continuo a non volerlo vedere. Continuo a chiedergli spiegazioni, continuo a voler capire cosa è successo e perchè; ma mi rendo conto che questo fa male ad antrambi. Come faccio a spezzare questo legame? E se non ce la faccio vuol dire che sono ancora innamorata di lui e dovrei dargli una possibilità? Ma io davvero non credo di poterne mai avere la forza. Non so cosa fare per stare un pò meglio, ho la sensazione che, più passano i giorni, e più peggioro. Grazie.
 

Carissima,
è comprensibile la sua sofferenza legata alla scoperta del tradimento, al “non riesco comunque a lasciarlo andare”, al senso di incomprensione a cui accenna. Ma ipotizzo ci sia una sofferenza ancora più profonda che la porta a “non riesco a staccarmi da lui”. Dice “non so cosa fare per stare un po’ meglio”. Io le direi che un primo passo l’ha già fatto scrivendomi e, dalle sue parole, emerge una consapevolezza importante “lui una persona con molti problemi, io una persona che necessita di sentirsi utile e importante per qualcuno”. Tale bisogno (“ciò che mi faceva andare avanti era credere che davvero lui mi amava così tanto come diceva, che per lui ero l’unica, la donna della sua vita”) l’ha portata ad accettare una relazione che la faceva stare male (“stessi male a causa del suo brutto carattere e dei continui litigi”) e, credo, sia giunto il momento di occuparsi di una persona importante: lei! Lei che merita di vivere un rapporto di coppia che le dia serenità e non infelicità. La inviterei a valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico che l’aiuti a dare una svolta importante alla sua vita, fermandosi a riflettere e comprendere il suo stile relazionale. Il rischio è il ripetersi di storie sentimentali “distruttive”: può, invece, trasformare questo momento difficile nell’opportunità di un cambiamento positivo per il suo benessere. Auguroni.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

CONFLITTO INTERIORE: COPPIA O SINGLE?

Gentile dott.ssa,
sono un quarantenne e da qualche mese sto vivendo un conflitto interiore che non mi fa star bene. Mesi fa ho conosciuto una donna di cui mi sono innamorato ma, pur stando bene con lei sotto ogni punto di vista c’è ciclicamente qualcosa dentro me che mi spinge ad allontanarmi da lei, a prenderne le distanze. Ciò accade soprattutto quando lei mi parla di un progetto di vita a due, non nell’immediato ma nel futuro, lei sa cosa vuole ed io forse non l’ho ancora capito, ho paura delle responsabilità, mi sento soffocare e scappo ma quando ritorno alla mia vita da single mi rendo conto che lei mi manca e tanto. Una parte di me la vuole ed un’altra mi spinge a ritornare nella mia vita passata. Una decina di anni fa ho convissuto con una donna per quattro anni ed anche lì dopo due meravigliosi anni ecco che la mia parte che desiderava la libertà ed il “non impegno” è saltata fuori e le cose tra di noi dopo altrettanti due anni sono finite. Ora vorrei arrivare fino in fondo a questo conflitto perchè non mi fa star più bene e desidero impegnarmi per stare tutta la vita con questa donna che amo ma vorrei tanto capire e capirmi perchè non ci riesco. La ringrazio.

Carissimo,
aver riconosciuto la propria difficoltà nell’instaurare una relazione sentimentale e aver voglia di capirsi per affrontarla è un primo passo molto importante. Per essere disponibile ad abbandonare la situazione di evitamento (“allontanarmi” “prendere le distanze” “scappo” “mai cercare”) può essere importante acquisire consapevolezza sul meccanismo alla base: “paura delle responsabilità” “soffocare” “libertà” “non impegno”, da cosa nascono? Stare in relazione significa accettare che ci sia qualcosa di diverso da prima, accedere all’intimità, costruire qualcosa insieme e non da soli (“progetto di vita a due”). Se lo desidera, potrebbe dedicarsi uno spazio di riflessione con un professionista, con l’obiettivo di comprendere il suo stile relazionale e i meccanismi alla base al fine di vivere il suo rapporto in modo sereno e consapevole sia a livello razionale che emotivo. Auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

 

COPPIA: AMO O NON AMO?

Gentile dott.ssa,
ho trentacinque anni e ho iniziato ad avere delle relazioni abbastanza tardi, quasi sempre amicizie che sono evolute, anche se di fatto non sono mai riuscito a lasciarmi andare, a considerarmi innamorato. Una volta ho addirittura provato sentimenti molto differenti, ossia innamoramento e quasi un rifiuto dello stesso. Da un anno ho iniziato una relazione con una ragazza. Lei è stata subito attratta da me, io son sempre stato più titubante, non volevo cadere nel mio solito errore di iniziare una relazione della quale non ero sicuro. Però ho poi ceduto, anche se non sono mai riuscito a lasciarmi andare completamente. Con questa persona ho davvero un sacco di interessi in comune. Non riesco però a capire se il fatto che non riesco a lasciarmi andare e ad impegnarmi seriamente dipenda da me o dal fatto che lei invece non è la persona giusta. Sicuramente credo che ci sia qualcosa in me che frena parecchio, che ha sempre frenato, il desiderio di ricercare l’anima gemella, ammesso poi che non sia io ancora “acerbo” e quindi non sentimentalmente maturo a sufficienza da riconoscerla. Non so bene cosa fare, nel senso che questa ragazza mi ama, io però non sono così sicuro dei miei sentimenti. Come faccio a sapere se dipende solo da me e se anche lasciando questa storia, sarà così anche in futuro? Grazie mille.

Carissimo,
le sue parole “innamoramento e quasi rifiuto dello stesso” “titubante” “non ero sicuro” “ceduto” sembrano racchiudere la frase che più volte ripete e sembra essere la chiave del problema “non sono mai riuscito a lasciarmi andare” e che riconosce “credo che ci sia qualcosa in me che frena parecchio, che ha sempre frenato”. Comprendere l’origine di questo freno (il rischio è che si ripeta anche nei confronti di altre ragazze) e delle paure sottostanti, potrebbe aiutarla a vivere più serenamente il rapporto di coppia, che per essere funzionante dovrebbe basarsi sulla reciprocità ove ognuno sente di poter contare sull’altro fungendo da base sicura. I migliori auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

COPPIA: FINE DI UNA RELAZIONE?

Gentile dott.ssa,
le chiedo aiuto perchè non so che fare, sto male perchè sono stata lasciata. Sono una ragazza di ventiquattro anni e lui è più grande di me di dodici anni. Siamo stati insieme tre mesi ed è da un mese che mi ha lasciato per dei suoi problemi, ci siamo riavvicinati molto ma poi a causa del mio comportamento da bambina che lui non sopporta si è allontanato ed è una settimana che non ci sentiamo e quasi due settimane che non ci vediamo. In questo tempo ho pensato e voglio cambiare, la perdita di questo amore mi sta facendo crescere, so che ci vorrà tempo. Ci sto male anche se siamo stati insieme poco perchè io lo amo ancora e anche lui mi amava, forse mi ama ancora. Mi ritrovo ancora a piangere, ci tengo a lui, è un uomo speciale e credo che sia amore fuori dal normale per i soli tre mesi. Anche lui sa che ci tengo veramente come so che lui ci tiene a me. Ora lui ha il telefono spento e non ho modo di vederlo se non andandolo a cercare. Io vorrei rimanergli amica, mi fa male pensare che non potrò mai più parlargli o vederlo. Non so quanto tempo far passare anche perchè ho paura che le cose si freddano e come agire se lui non si farà sentire. L’attesa mi logora ma so che è il risultato dei miei sbagli. Vorrei poter fare qualcosa per dimostrare il mio amore e il mio cambiamento.

Carissima,
è comprensibile la sofferenza legata alla fine di una relazione. Ma tenga conto che in un rapporto si è in due, i comportamenti dell’uno influenzano l’altro e quindi ognuno ha le sue responsabilità. Lei potrebbe chiarire quello che vuole (“vorrei poter fare qualcosa per dimostrare il mio amore”) e tentare di raggiungere il suo obiettivo ma se dall’altra parte la decisione è “non farsi sentire”, probabilmente è da accettare la chiusura di questa storia. E si ricordi che lei è una persona  e merita di essere rispettata. Auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Psicologa Sesto San Giovanni (Milano)

COPPIA E INTESA SESSUALE

Gentile dott.ssa,
dopo i primi anni di matrimonio, ho sempre avuto problemi sessuali con mia moglie, forse questi problemi dipendono da una mancanza di intesa con lei. Anni fa ho avuto un rapporto extraconiugale, mi sono sentito rinato, ero forte come un leone, ma questa storia extra, “giustamente” è finita. Io sto cercando di ritrovare questa energia/intesa con mia moglie, che le assicuro io amo ancora, ma non ci riesco. Premetto che non ho un rapporto conflittuale (almeno in apparenza) ma sicuramente non siamo campioni di intesa. Devo dirle anche che purtroppo non ho amici confidenziali con i quali poterne parlare anche solo per sentire pareri o per semplici sfoghi. Mi aiuta a capire di cosa ho bisogno? Grazie.

Carissimo,
dice “dopo i primi anni di matrimonio, ho sempre avuto problemi sessuali con mia moglie”: ipotizzo quindi che prima fosse diverso, e può essere utile capire se e cosa è successo; così come se il “non siamo campioni di intesa” è su un piano solo sessuale o anche relazionale (es. “rapporto non conflittuale almeno in apparenza”) e cosa le ha dato la relazione extraconiugale a cui accenna (“mi sono sentito rinato, ero forte come un leone”). Solitamente problematiche nella sfera sessuale riflettono difficoltà all’interno della relazione di coppia. Per “capire di cosa ho bisogno” può valutare la possibilità di una consulenza. I migliori auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

 

COPPIA E SESSUALITA’ DOPO UN TRADIMENTO

Gentile dott.ssa,
io e mio marito quarantenni dopo aver passato un periodo molto difficile dovuto all’aver scoperto una sua relazione, stiamo ricostruendo il nostro rapporto, che si era precedentemente logorato anche a causa di mia stanchezza, disinteresse nei suoi confronti e poco ascolto e dialogo. Durante questa “ricostruzione” che va avanti da cinque mesi circa, cerchiamo di dialogare/discutere con profondo rispetto dell’altro, siamo più vicini e condividiamo molt di più il poco tempo libero; allo stesso tempo abbiamo ritrovato anche un’intesa e frequenza nei rapporti sessuali che si era “affievolita” negli ultimi anni, con la nascita dei figli e altre problematiche comuni a molte coppie. L’unico neo di cui ci siamo accorti entrambi è che ultimamente la sua erezione è più debole del passato. Più precisamente soprattutto durante i preliminari, mentre prima si arrivava al rapporto vero e proprio con un’erezione molto “forte” ora la situazione è variata e l’erezione è minima, anche se poi si normalizza. Ne abbiamo parlato anche se lui è stato un po’ critico, sostenendo che avendone parlato, secondo lui l’effetto potrebbe essere che il problema continui e anche peggiori. A me sembrava giusto rilevare la cosa anche perchè stiamo insieme da quasi vent’anni e condividiamo tutto. Mio marito è ancora giovane e non penso sia un problema fisico. Ho pensato, probabilmente sbagliandomi, anche che seppur amandomi e seppur esiste una forte attrazione fisica tra noi, sia in qualche modo ancora psicologicamente legato alla “relazione“. Purtroppo questo problemino a lui apparentemente non crea alcun problema perchè sostiene di essere solo stanco e stressato dal lavoro, ma a me pesa un pò poichè la mia autostima, che già con la scoperta del tradimento aveva subito un brutto colpo, ora è ulteriormente in calo. Grazie.

Carissima,
come lei stessa riconosce, la relazione di suo marito era almeno in parte dipesa da un problema nella vostra vita di coppia che coinvolge entrambi, ed entrambi state lavorando da cinque mesi per ricostruire il vostro rapporto. Tale ricostruzione ha ripercussioni anche nella sfera sessuale che è già migliorata: “abbiamo ritrovato anche un’intesa e frequenza nei rapporti sessuali che si era “affievolita” negli ultimi anni”. Capisco che lei senta la sua autostima minata dal tradimento, e questo la porta ad avere pensieri spiacevoli, ma lei stessa dice “probabilmente sbagliandomi”: forse ha bisogno di essere rassicurata e, se non vi è una causa fisica, è presumibile un miglioramento in parallelo al vostro star meglio nella relazione. I migliori auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

COPPIA E SESSUALITA’: PROBLEMI DI EREZIONE

Gentile dott.ssa,
mi dà fastidio essere toccata da mio marito, ho cinquantaquattro anni, fino a quattro anni fa la nostra intimità andava abbastanza bene, finchè mio marito ha incominciato ad avere problemi di erezione. Abbiamo contattato parecchi androloghi che davano una diagnosi senza problemi. Non siamo andati da altri dottori, mio marito lo riteneva non necessario, anche il fatto di non contattare uno psicologo. Dopo di ciò, ogni volta che avevamo rapporti e andavano tutti male, lui finiva con imprecazioni di ogni genere, ma non riferiti a me. Però da questi momenti io non riesco più ad avere intimità. Questo non lo accetto, gentilmente… cosa posso fare?

Carissima,
se cause fisiche sono da escludersi, potrebbe esservi utile rivolgervi ad un professionista come coppia, in quanto la sfera intima riguarda entrambi e può così aiutare suo marito a non sentirsi “il responsabile da curare” ma “la coppia che soffre e va ascoltata”. I migliori auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

 

IL BAMBINO NON ARRIVA: PROBLEMI DI EREZIONE

Gent.le dott.ssa,
ho visto il suo indirizzo su internet e le volevo sottoporre il mio problema. Io e mia moglie è due anni che tentiamo di avere un bimbo ma senza risultati… forse perchè sbagliavamo i tempi. Bè a parte quello… prima tutto tranquillo… cioè facevamo l’amore tranquillamente… il problema è che gli ultimi due mesi, da quando stiamo attenti ai giorni, è già due volte che il mio pene al momento della penetrazione va giù… non ne vuole sapere… solo che io non ho niente… non ho problemi… non so cosa mi sta succedendo…. lei mi puo’ dare un consiglio…  

Carissimo,
come lei riconosce ha iniziato ad avere difficoltà nell’erezione (da verificare eventuali disfunzioni organiche) da quando avete introdotto un cambiamento nel vostro rapporto, ossia “da quando stiamo attenti ai giorni” in quanto in cerca di un bambino da due anni. Una riflessione sulle emozioni, e forse l’ansia, che tale situazione le sta causando, una condivisione con sua moglie delle emozioni e difficoltà che state incontrando nel realizzare il progetto procreativo potrebbe aiutarvi ad affrontare con maggiori risorse la situazione. Potrebbe esservi utile un percorso di coppia, uno spazio di riflessione e condivisione emotiva per rielaborare il periodo che state attraversando. I miei più cari auguri.

Dott.ssa Annalisa De Filippo
Psicologa Milano: Sesto San Giovanni (Milano)

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