La coppia… scoppia?

Sempre più spesso le persone portano all’attenzione dei professionisti problemi al’interno delle relazioni di coppia: credo si possa trovare un denominatore comune partendo dalla definizione di attaccamento “propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabile ai pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o malattia” (Bowlby, 1969).

La teoria dell’attaccamento (Bowlby: 1907-1990) nata inizialmente per spiegare i rapporti madre-bambino nell’infanzia, ha poi contribuito a far comprendere meglio tutte le relazioni intime, soprattutto le relazioni di coppia, intese proprio come un ottimo sostitutivo della primissima ed indispensabile relazione infantile assumendo caratterisitiche specifiche in parte divers e in parte simili.

Il legame di attaccamento nella coppia risulta simile a quello infantile in quanto in entrambi sono presenti:
– la ricerca e il mantenimento della prossimità fisica
– la richiesta di conforto e di disponibilità affettiva
– il dolore per la separazione o la perdita 

Bisogna comunque porre l’accento anche sulle differenze:

– gli attaccamenti nell’infanzia sono tipicamente complementari mentre quelli in età adulta sono reciproci: da adulti, a differenza di quanto avviene da bambini, si fruisce delle cure ma al tempo stesso si è figura di supporto e accudimento per l’altro; si passa cioè da una relazione fortemente asimmetrica ad una maggiormente simmetrica e reciproca
– nella coppia l’altro è un pari e un partner sessuale, in quanto uno dei motivi che stimola la ricerca del contatto è proprio l’attrazione sessuale

In merito a quest’ultimo punto, è bene sottolineare che gli scambi sessuali servono a creare il contesto che porta alla formazione di legami sentimentali ma non è solo il desiderio sessuale ad essere alla base di un legame di coppia appagante e stabile. Infatti è importante sentirsi rassicurati dal reciproco supporto in un legame che ha la funzione di soddisfare i bisogni di sicurezza emotiva e affettiva, di sostegno, di cura e protezione dell’individuo. Spesso alla base dei problemi di coppia, oltre a specificità, vi è la mancata soddisfazione di tali bisogni che può essere l’origine di un profondo malessere individuale e/o di coppia.

La coppia può allora decidere di chiedere un aiuto professionale. Affinchè questo abbia successo è fondamentale la motivazione dei partner a comprendere se e come è ancora possibile stare insieme; avere in atto un’altra relazione senza volerla interrompere potrebbe essere segnale di scarso investimento affettivo e cognitivo in tale direzione e/o indice di aspetti individuali da affrontare.

A volte capita che sia solo uno dei due partner a voler intraprendere una terapia di coppia. In tal caso è opportuno esternare all’altro il proprio malessere e il bisogno di un aiuto, ricordando che il proprio disagio ha tutto il diritto di essere ascoltato: in un percorso di coppia che permetta anche all’altro di riconoscere il proprio contributo cercando insieme di far funzionare meglio la relazione o in un percorso individuale che permetta di far chiarezza su quello che si vuole. E’ bene far presente che se i problemi di coppia non vengono affrontati insieme, si ha un rischio di rottura maggiore perchè uno si dedica uno spazio di riflessione a cui l’altro non partecipa rimanendo, in un certo senso, “indietro”.

Dott.ssa Annalisa De Filippo, Psicologa Psicoterapeuta Sesto San Giovanni (Milano)

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